Webinar Instabilità gleno-omerale posteriore atrumatica

Nel corso di un approfondito e partecipato webinar, il dott. Francesco Inglese ha tenuto una relazione ricca di spunti clinici e scientifici sull’instabilità posteriore atraumatica della spalla, una condizione spesso misconosciuta ma sempre più riconosciuta nella pratica riabilitativa avanzata.

Moderato da Marco Musorrofiti e Marco Bonifacio, l’incontro ha visto la partecipazione attiva di esperti come Eugenio Zicarelli, Angelo Mangano e Stefano Vitali, che hanno arricchito la discussione con esperienze, casi clinici e riflessioni pratiche sul retraining motorio.

🔍 Contenuto della relazione

Francesco Inglese ha spiegato come l’instabilità posteriore non traumatica sia spesso difficile da diagnosticare per via della subdola presentazione clinica: pazienti giovani, sportivi, con lassità generalizzata, che presentano segni sottili come:

  • fossetta anteriore del deltoide accentuata durante flessione/intrarotazione;
  • scatti articolari alla flessione del braccio;
  • movimenti di autoadattamento (scrollamenti, massaggi sulla spalla);
  • parestesie alle dita legate alla trazione della capsula (segno della valigia).

Attraverso filmati clinici e documentazione strumentale, è stato mostrato come l’attivazione anomala del muscolo gran dorsale sia frequentemente alla base di questi decentramenti posteriori dell’omero. L’elettromiografia di superficie ha confermato l’iperattivazione del gran dorsale nei movimenti scorretti, a differenza di quelli corretti dove si osservava una maggiore attivazione degli antagonisti (deltoide anteriore, bicipite, extrarotatori).

Una parte della relazione ha riguardato anche l’utilizzo della risonanza magnetica dinamica, strumento che ha permesso di visualizzare chiaramente il comportamento dell’omero nei diversi pattern motori, offrendo un’ulteriore conferma strumentale all’osservazione clinica.


🧩 Approccio riabilitativo: correzione del pattern motorio

Grande spazio è stato dedicato all’approccio riabilitativo. L’obiettivo primario non è rafforzare indiscriminatamente, ma rieducare il movimento fisiologico:

  • evitare l’attivazione del gran dorsale;
  • non sollecitare il braccio in rotazione interna e flessione;
  • non caricare il gomito (es. appoggi prolungati come al PC, esercizi come plank);
  • evitare stretching passivo e posizioni di trazione (es. borsa pesante, trazioni alla sbarra);
  • preferire esercizi in abduzione e rotazione esterna per evitare lo scivolamento posteriore.

Viene suggerita anche l’utilità di tutori funzionali elastici, con funzione propriocettiva più che meccanica, e di tecniche di attivazione degli antagonisti per inibizione reciproca.


💬 Il dibattito

Il confronto tra i relatori ha toccato numerosi punti, tra cui:

  • il rischio di diagnosi errate (es. confusione con capsulite adesiva);
  • l’importanza di evitare ordini errati in palestra, come “stringi le scapole”, “abbassa le spalle”, che attivano involontariamente il gran dorsale;
  • la distinzione tra instabilità posteriore traumatica e atraumatica, anche a livello riabilitativo e temporale post-intervento (es. dopo remplissage);
  • l’interesse crescente da parte della comunità ortopedica, come sottolineato anche da Stefano Vitale, che ha posto la questione della reale frequenza di queste instabilità “sottili” nella pratica ortopedica quotidiana.

Molto apprezzati anche gli interventi di Eugenio Zicarelli, che ha suggerito di tonificare il capo lungo del tricipite e di evitare la panca piana a fine corsa, e di Angelo Mangano, che ha descritto l’uso clinico della “presa a pinza” per valutare e modificare attivamente la posizione dell’omero.


🧠 Conclusioni

Il webinar ha offerto una visione ricca, clinicamente utile e basata sull’esperienza diretta di professionisti altamente specializzati. L’instabilità posteriore atraumatica è una sfida diagnostica e riabilitativa che richiede occhio clinico esperto, studio del paziente nel dettaglio e un approccio educativo che aiuti la persona a riconoscere e correggere abitudini motorie errate.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Francesco Inglese per la chiarezza espositiva e la competenza scientifica, e a tutti i partecipanti per l’elevato livello della discussione.

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